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TRASLOCO

Ci siano trasferiti qui:
http://nuraminis.blogspot.com/

La fine del letargo.

Dopo un anno di letargo, riapro le porte di questo blog.

Riapro perchè, finalmente, non sono più solo a scrivere su questo muro virtuale: ho compagnia.

Belle persone che, come me, non hanno paura di mettersi in gioco e non hanno interessi personali da gestire.

Cosa che, purtroppo, non posso dire di tante persone conosciute in questo ultimo anno.

Una cosa tengo particolarmente a sottolineare: qui troverete solo fatti e non congetture o “voci di paese”. Nel caso si pubblichi una notizia non basata su fatti certi, la cosa verrà ben messa in evidenza sin da subito.

Tutti siete invitati a partecipare alla discussione a due condizioni: la prima è che non verranno tollerati gli insulti, la seconda è il nascondersi dietro l’anonimato.

Giorgio Ghiglieri

Le squadre “All Stars” di Nuraminis per la partita di calcio svoltasi ieri (sabato 16 Maggio 2009) al Campo sportivo di Nuraminis in occasione della consegna del pulmino per il trasporto degli anziani, acquistato grazie al contributo dell’intera comunità di Nuraminis.

Giorgio Ghiglieri

Squadra

Pubblico integralmente la sentenza del TAR Sardegna con cui è stata autorizzata la ripresa dei lavori nella cava di Bia Segariu da parte della Ditta Locci.

REPUBBLICA  ITALIANA
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA SARDEGNA
SEZIONE  SECONDA
Registro Ordinanze: 380/2008
Registro Generale:      731/2008
nelle persone dei Signori:
FRANCESCO SCANO Presidente
MARCO LENSI Cons. , relatore
TITO ARU Cons.
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nella Camera di Consiglio  del 08 Ottobre 2008
VISTO il ricorso 731/2008  proposto da FRATELLI LOCCI ESTRAZIONI MINERARIE SRL,  rappresentata e difesa dalgli avvocati ANDREA PUBUSA E RICCARDO CABONI, con domicilio eletto in CAGLIARI, VIA TUVERI  N.84  presso lo studio dell’avvocato ANDREA PUBUSA;
contro
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA  rappresentata e difesa dagli avvocati
TIZIANA LEDDA e SONIA SAU, con domicilio eletto in CAGLIARI, VIALE TRENTO  N.69, presso UFFICIO LEGALE REGIONE SARDA ;
per l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione,
del provvedimento del 12/8/2008, prot. n. 12461/Class X.6.4.3 della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato dell’Industria, a firma del Direttore ad interim del Servizio attività estrattive, recante Comunicazione di avvio del procedimento per l’autoannullamento degli atti adottati con note prot. n. 1590 del 12/2/2008, prot. 1977 del 21/2/2008 e prot. 2593 del 25/2/2008, concernenti la riapertura dell’iter autorizzativo e il trasferimento della titolarità della cava dalla ditta Foddi alla Ditta F.lli Locci in regime di prosecuzione dell’attività di cava in località “Bia Segariu” in agro di Nuraminis, nonché la sospensione cautelare dell’attività estrattiva;
di ogni altro atto presupposto, inerente e conseguente.
VISTO il ricorso, con i relativi allegati, e la contestuale domanda cautelare;
VISTO l’atto di costituzione in giudizio di: REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA;
VISTI gli atti tutti della causa;
NOMINATO relatore per la Camera di Consiglio il Cons. MARCO LENSI, uditi altresì gli avvocati delle parti, come da separato verbale;
VISTO l’art. 21, commi ottavo ed undicesimo, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, come modificata dall’art. 3, comma primo, della legge 21 luglio 2000, n. 205;
VALUTATA  positivamente la probabilità dell’esito favorevole del ricorso, in relazione alle censure avanzate col ricorso medesimo;
CONSIDERATO, in particolare, che non risulta debitamente considerata la circostanza che il materiale argilloso in questione è destinato a attività di risanamento di siti industriali inquinati;
P.Q.M.
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA SARDEGNA
accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende il provvedimento impugnato del 12/8/2008, nella parte in cui sospende cautelarmene l’attività estrattiva
La presente ordinanza sarà eseguita dalla Amministrazione ed è depositata presso la Segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
CAGLIARI, li 08 Ottobre 2008
L’Estensore                                                                    Il Presidente

Depositata in segreteria il 08/10/2008
IL DIRETTORE DI SEZIONE

Oggi 5 novembre a 24 ore dall’alluvione, a Nuraminis e Villagreca la situazione è sotto controllo.
Nella giornata di ieri le squadre del comune e gli uomini della Protezione Civile hannno lavorato senza soste per ripulire le strade dal fango e dai detriti portati dalla fiumana di acqua e fango che ha attraversato i due centri abitati.
A parte gli allagamenti in alcune case, non vi sono stati danni strutturali ad edifici;mentre le campagne (nel versante verso Serramanna) sono ancora allagate e si sta procedendo ad eliminare i detriti trascinati dall’esondazione nelle strade vicinali.
Nonostante il tempo si sia rimesso al buono sin dall’ora di pranzo di ieri, resta l’allarme maltempo diramato dalla Protezione Civile, allarme che è previsto per tutta la settimana.

Ulteriori aggiornamenti sulla situazione verranno pubblicati immediatamente.

AGGIORNAMENTO  6 NOVEMBRE ORE 20.38

E’ previsto per stanotte un allarme metereologico dovuto ad una probabile onda di piena che potrebbe coinvolgere VIllagreca, causa forti piogge succedutesi sino a tardo pomeriggio nella zona interna.

La Protezione Civile ed i tecnici del Comune di Nuraminis hanno provveduto, per ogni evenienza, a mettere in sicurezza le zone dove si potrebbero concentrare le acque. I cittadini sono stati avvisati del possibile evento metereologico.

Comunque si presume che, se non vi saranno precipitazioni ulteriori durante la notte, l’allarme potrebbe rientrare. Si consiglia alla popolazione di Villagreca la massima cautela.

Questo è il video girato stamane a Nuraminis & dintorni.

Originariamente postato il 04/11/2008 alle 17.20

Adesso sono le 15 ed il cielo si è aperto. Mentre il sole illumina le campagne allagate e le case in cui i proprietari stanno finendo di buttare fuori l’acqua ed iniziando la conta dei danni, sembra che il nubifragio di questa notte sia soltanto un brutto sogno.
Purtroppo non è stato un brutto sogno ma la solita (ed inevitabile) triste realtà.
Stavolta è toccato anche a Nuraminis fare i conti col maltempo che lo ha colpito stanotte come la quasi totalità della Sardegna.
Premetto subito che se a Nuraminis non fossero già stati effettuati dei lavori di contenimento idrogeologico la risultante sarebbe stata molto più tragica di come è stata.
Tutto è iniziato stanotte (4 Novembre 2008) verso le quattro e mezzo del mattino con una serie di lampi e tuoni che ha svegliato gran parte della popolazione. Mentre la notte veniva illuminata dai lampi, ha iniziato a cadere la pioggia e che pioggia! Spinta dalle raffiche di vento provenienti dal mare, la pioggia ha iniziato a sferzare con violenza il paese ed a battere sui vetri delle finestre.
La cosa è continuata per almeno due ore per poi iniziare ad attenuarsi: sembrava il solito temporale autunnale ma, dopo una ventina di minuti il temporale riprendeva con rinnovato vigore rovesciando la pioggia battente mista a grandine.
La cosa è continuata così sino alle 7 del mattino circa alternando raffiche di pioggia e vento fortissimi con momenti di relativa quiete.
Alle luci dell’alba la situazione che si è presentata agli uomini della Protezione Civile di Nuraminis e dei Vigili del Fuoco è stata di un paese allagato in cui l’acqua mista a fango scorreva con la violenza di un fiume in piena nelle strade del paese e di una distesa di campagne completamente allagate.
Sin dalle prime ore del giorno gli uomini della Protezione Civile di Nuraminis insieme ad operai e tecnici del Comune hanno iniziato a prestare i primi soccorsi agli sfortunati abitanti le cui case si sono allagate e ripulendo dai detriti e dal fango strade, tombini, canali di scolo e quant’altro intasato dai detriti portati dalle acque che hanno attraversato il paese.
Ma la zona più colpita è stata Villagreca dove un fiume di fango ha coperto letteralmente tutte le strade della frazione e dove si sono concentrati gli sforzi dei soccorritori che hanno salvato, tra l’altro, una signora imprigionata nella sua auto trascinata dalla violenza delle acque e miracolosamente incastratasi su un guard rail che ne ha fermato la corsa.
Sempre a Villagreca, l’esondamento delle acque ha attraversato la SS 131 coprendola di fango e bloccandone il traffico dalle prime ore del mattino, facendo intervenire Polizia Stradale e Vigili del Fuoco che con l’aiuto di volontari e Protezione Civile hanno iniziato l’opera di ripulitura della strada dal fango. Sino alle ore 13 il transito sulla SS131 risultava limitato per i lavori di sgombero.
Ma il panorama più triste si presentava nelle campagne adiacenti al paese, soprattutto quelle dal lato di Serramanna: una palude.
Ettari ed ettari di campi sommersi dall’acqua, piantagioni andate distrutte dall’acqua che, superati gli argini dei canali di contenimento, ha esondato invadendo strade vicinali e sommergendo tutto al suo passaggio.
Insieme ad alcuni amministratori del comune di Nuraminis abbiamo effettuato una ricognizione nelle campagne dalle 10.30 del mattino sino all’ora di pranzo e, nonostante le acque si fossero già ritirate da qualche ora, lo spettacolo non è stato dei migliori: campi ridotti a paludi, piantagioni e vigneti letteralmente allagati, campi di carciofi distrutti dall’opera combinata dell’esondamento e dalla grandine, capi di allevamento morti annegati, fango dappertutto.
Una cosa che ho potuto notare (e filmare) è stato il discutibile stato in cui si trovavano i canali di scolo e di tenuta acque: fondo non dragato, crescita di canne dappertutto, cespugli. Il perfetto manuale di come non si devono tenere i canali di scolo e di contenimento delle acque.
Difatti, il proliferare dei canneti dentro i canali ha fatto si che l’acqua, trovando una notevole resistenza nel passaggio in questi canali, ha cercato altre strade allagando tutto; con tutta probabilità se si fossero tenuti sgombri i canali si sarebbero potuti minimizzare i danni e non si sarebbe andato incontro a questo disastro che mette in ginocchio la già asfittica e poco remunerativa attività agricola della zona.
La conta dei danni è in corso mentre tutti gli amministratori sono in giro nelle zone colpite per rendersi conto della gravità dei danni, coordinare gli interventi che ancora sono in corso e verificare la tenuta degli interventi effettuati in questa convulsa mattinata.
Secondo alcune valutazioni, nel caso si ripetesse un temporale quale quello di stanotte, il bilancio dei danni salirebbe a dismisura poichè le (scarse) capacità di assorbimento dell’acqua da parte dei campi circondario sono attualmente al livello di saturazione.
Ciò comporta alcune riflessioni su quanto si sia fatto sino ad oggi nel settore idrogeologico in Sardegna. luogo in cui, tra quartieri costruiti su vecchi letti di fiumi e canali in cui si lasciano crescere liberamente piantagioni di canneti o ci si dimentica di dragare il fondo, ci si ritrova, dopo un temporale serio ad ammirare lo scenario di immense paludi, abitazioni invase dal fango, persone salvate per miracolo dalla furia di acqua e fango. Subito dopo si versano fiumi di inchiostro sull’argomento, si chiedono a gran voce commissioni di inchiesta, commissari straordinari, risarcimenti, progetti nuovi ed interventi celeri e poi, dopo qualche mese, nessuno ne parla più.
Sino all’alluvione prossima ventura.

(Giorgio Ghiglieri da iSardi.net)

Bia Segariu: L’epilogo (?)
Nell’ultimo articolo sulla vicenda della cava di Bia Segariu ci si fermava al decreto di sospensione dell’attività di cava effettuato dal Corpo Forestale e notificato al Comune di Nuraminis con lettera indirizzata alla stessa in data 14/08/2008. Tale decreto si basava sulla violazione degli articoli 19,20,21 e 42 della L.R. 30 del 07/06/1989 e relativo ricorso al TAR da parte della ditta Locci, titolare dei permessi di estrazione della cava di Bia Segariu.

Le situazione è rimasta in stallo per circa un mese sino a quando, il 13 settembre la scavatrice della ditta Locci ha ripreso i lavori quasi all’altezza della cima di Monte Crucuris. Lavori che non sono passati inosservati e sono stati subito segnalati al Comune di Nuraminis e al Corpo Forestale che hanno provveduto subito a monitorare la situazione.

Nel frattempo ho cercato di ottenere delle dichiarazioni da parte dei responsabili della ditta Locci i quali, dopo aver rinviato (per oltre due mesi) di settimana in settimana l’appuntamento, alla fine mi hanno comunicato la loro decisione di non rilasciare alcuna dichiarazione sino a quando la situazione, dal punto di vista legale, non sarebbe stata più chiara.

L’altro attore di questa vicenda, ovvero il Comitato per la difesa di Monte Crucuris, nella persona del prof. Carmelo Spiga non ha ritenuto importante rilasciare dichiarazioni o interviste (cfr. mail del 08/09/2008).

Al contrario, l’Amministrazione comunale di Nuraminis mi ha fornito l’ulteriore documentazione che mi ha permesso di ricostruire gli avvenimenti di questa vicenda sino ad oggi.
Mentre la scavatrice della ditta Locci continua i lavori sul costone del monte, in data 18/09/2008 l’Amministrazione di Nuraminis riceve una lettera, per conoscenza, destinata all’Assessorato all’Industria della RAS con oggetto:“Piano integrato per risanamento e valorizzazione di Monte Crucuris nel comune di Nuraminis” a firma del prof. Carmelo Spiga quale portavoce del “Comitato per la difesa del Monte Crucuris”.

Questo è, in sintesi, il contenuto:
“L’intervento del comitato è finalizzato alla composizione pacifica e ragionata in ordine agli interventi nell’area così pesantemente deturpata. La popolazione rivendica il doveroso e legittimo diritto dell’informazione su fatti di tale portata perciò chiede al sindaco di essere informato su tutti gli sviluppi della vicenda anche per dare un supporto qualora le circostanze lo richiedessero, Si fa presente che in data 14/06 u.s. è stato presentato il libro “Villa dei Greci”….. da cui si evince con dovizia di documentazione scientifica che l’area comprendente monte Crucuris è di primaria importanza archeologica oltreché ambientale.

Si lamenta la mancanza di interessamento da parte delle associazioni preposte alla tutela del territorio e del patrimonio archeologico.
Tenuto conto che sia la zona in questione che l’intero comune di Nuraminis non ha mai beneficiato di interventi di rimboschimento e la zona si caratterizza come semidesertica, si avanza la proposta di un piano integrato di interventi che veda coinvolti la RAS, il comune di Nuraminis, la ditta F.lli Locci (titolare della cava), la Soprintendenza, le associazioni ambientaliste al fine di valorizzare l’intera area comprendente Su Padru, Monte Crucuris, Serra Cannigas e Sa Corona.

Il discorso delle responsabilità non fa parte degli interessi immediati del comitato. A firma del portavoce del comitato Carmelo Spiga.”.

Per dovere di cronaca sarà bene sottolineare alcune cose:
1- Il comitato risulta essere spontaneo, ovvero senza alcuna valenza legale.
2- Dalla documentazione ufficiale esistente su studi effettuati delle aree archeologiche nel territorio, non risulta assolutamente nessuna valenza archeologica nell’area della cava.
4- Propone un piano di valorizzazione che esula completamente dall’emergenza affrontata con Bia Segariu, allargando l’ipotetico piano di intervento ad aree estranee alla vicenda della cava.

In data 19/09/2008 la Ditta Locci fa pervenire all’Amministrazione di Nuraminis (cfr da ditta F.lli Locci a Assessorato Industria e p/c Comune di Nuraminis) una lettera dove, in sintesi, dice che durante i lavori di gradonamento (nella parte alta di Monte Crucuris) oltre al materiale terroso si è dovuto procedere all’abbattimento di un blocco di materiale argilloso che porta intralcio allo svolgimento del lavoro, quindi quest’argilla, nella fase transitoria dei lavori, verrà conferita alla bonifica presso la discarica industriale della Syndial a Macchiareddu (con cui hanno già un contratto di bonifica, ragione dell’esistenza della cava di Bia Segariu) e concludono appellandosi alla valenza di interesse pubblico del loro lavoro il quale, se interrotto, provocherebbe un grave danno economico non solo alla società (non viene specificato se per società si intenda solo la ditta F.lli Locci o la comunità e, se è così, quale).

[Nota: Il precedente decreto di sospensione dell’attività di cava prevede, oltre al fermo dei lavori estrattivi, il divieto assoluto di portare fuori dalla cava il materiale estratto e la sua commercializzazione].

Vien da sè che, in base a questa normativa, il Corpo Forestale, monitorizzando quotidianamente i lavori, non appena intercetta un camion carico di argilla che esce dalla cava, lo blocca e mette sotto sequestro sia i mezzi meccanici che la cava, come risulta da lettera inviata all’Amministrazione di Nuraminis in data 23/09/2008.

Il giorno dopo (24/09/2008) l’avvocato Andrea Pubusa (legale della ditta F.lli Locci) invia una istanza di dissequestro della cava di Bia Segariu e dei mezzi meccanici facendo presente di aver inviato il ricorso al TAR per il provvedimento di sequestro e richiede il dissequestro dei mezzi meccanici (autotreno IVECO e scavatrice). Fa inoltre presente che il sequestro ha interrotto la messa in sicurezza del costone che è a rischio frane.

L’aver indirizzato questa istanza al Sindaco di Nuraminis ha la sua ragione di essere in quanto, in base alla L.R. del 2006 le competenze sanzionatorie e la gestione dei sequestri effettuati dal Corpo Forestale vengono gestiti dall’Amministrazione Comunale competente per territorio.
In base a questa normativa, il Sindaco di Nuraminis sta predisponendo un’ordinanza di dissequestro del camion (ndr: il camion appartiene ad un padroncino che è stato ingaggiato dalla ditta F.lli Locci per i trasporti, quindi estraneo alla vicenda) e, per quanto riguarda la scavatrice subordinarne il dissequestro al lavoro da svolgere sul costone.

Ossia, speiga il Sindaco Luciano Cappai, se la scavatrice deve essere dissequestrata affinchè essa debba essere utilizzata per mettere in sicurezza il costone, l’ordinanza prevederà il dissequestro, diversamente no.
In data 29/09/2008 la ditta F.lli Locci invia all’Amministrazione Comunale una lettera in cui, a causa del sequestro della cava e dei mezzi, quindi al blocco totale della cava, declina ogni responsabilità in merito a qualsiasi danno a cose, persone o animali dovuti alla possibilità di frane.
In data 02/10/2008 vi è stata un’ispezione da parte dei tecnici dell’Assessorato all’Industria della RAS per verificare il rischio concreto di frane e decidere quindi il da farsi, ispezione effettuata insieme ai tecnici dell’Amministrazione Comunale di Nuraminis.

Nel frattempo il Sindaco sta approntando un’ordinanza che obbliga la Ditta Locci alla recinzione completa della cava, l’apposizione dei regolamentari cartelli di indicazione di pericolo e l’immediato gradonamento della parte superiore del colle e ripiantumazione della stessa area.

Mi spiegava il Sindaco che si è deciso di far iniziare i lavori dalla parte alta del colle perchè, in caso di piogge continue diventerebbe pericoloso lavorare sulla parte alta e, non iniziando i lavori dalla parte alta, risulterebbe impossibile realizzare correttamente i lavori di messa in sicurezza della cava. Con tutti i rischi che una mancata messa in sicurezza comporterebbe.
Questa la situazione ad oggi della cava di Bia Segariu.

C’è da dire che il 10 ottobre il TAR dovrà emettere la sentenza sul blocco della cava ed annullamento del permesso di cava attuato dal Corpo Forestale. In qualsiasi caso le parti potranno rivolgersi al Consiglio di Stato per un eventuale ricorso; questo comporterebbe un ulteriore allungamento dei tempi in caso di irrigidimento delle posizioni delle controparti e, nel frattempo l’autunno avanza e con esso la stagione delle piogge, aumentando i rischi di frane e spostamento a valle del materiale terroso depositato ai piedi di monte Crucuris.

Restiamo in attesa della sentenza del TAR al riguardo, sperando che non si debba ricorrere al Consiglio di Stato, che la stagione delle piogge arrivi il più tardi possibile e che la ditta F.lli Locci metta definitivamente in sicurezza il sito nel più breve tempo possibile. Diversamente ci si potrebbe trovare a dover fronteggiare qualcosa di più grave di una cava abbandonata.
(Giorgio Ghiglieri)

Federico Zara, born in N.S.I. (Nuraminis Sardinia Island) è un sardo doc sul cui biglietto da visita, alla voce attività, potrebbe scrivere ‘Artista del riciclaggio‘.
Riciclaggio in senso ecologico non come reato. Che avete capito?

Difatti Federico, prima di essere un artista (aggettivo che preferisce non venga usato nei suoi confronti), è un acceso sostenitore dell’ambiente. Nulla si crea, nulla si distrugge: tutto si trasforma.

Questo concetto si applica perfettamente al nostro artista poco più che trentenne alla perenne ricerca di se stesso (e di un posto di lavoro stabile) con una passione per la fantascienza intelligente (Lovercraft, Asimov, Orwell), privo di risposte pronte e con una bella collezione di dubbi.

Potrei definire Federico Zara uno scultore in quanto le sue opere possono essere assimilate a sculture ma sarebbe sicuramente riduttivo; in realtà trattasi di composizioni a carattere tecnologico-cibernetico create con una tecnica personalissima che porta a dei risultati, sicuramente, originalissimi e sorprendenti.

La cosa funziona più o meno così: Federico inizia ad osservare i vari apparati ‘rottamati’ che si possono trovare in un qualsiasi deposito di rifiuti. Inizia a smontarli e nel frattempo osserva i vari pezzi. A questo punto, presumo, dovrebbe scattare l’idea geniale (la classica lampadina del fumetto) e così il nostro artista, armato di saldatore, colle & vernici inizia ad assemblare i pezzi più disparati presi da oggetti altrettanto disparati. Da questo lavoro nascono creazioni che non hanno nessuna parentela con gli oggetti primigeni.

Avete mai visto la statua di un guerriero tecnologico di un futuro remoto venire fuori da pezzi di un videoregistratore e di una stampante? Vedere per credere.
La materia prima utilizzata da Federico ha una sua precisa ragione di essere. Ritiene, a ragione, che ciascuno di noi, vittima di un consumismo oramai esasperato, spreca letteralmente le risorse gettando via tante di quelle cose che potrebbero avere ancora un loro ciclo di vita reincarnandosi in forme diverse e sempre fruibili.

L’esempio è dato dalla quantità incredibile di ’spazzatura elettronica’ che produciamo: dal videoregistratore obsoleto dopo due anni al computer passato di moda; dal telefonino alla stampante e via elencando. Tutto questo materiale, continua a raccontare Federico, viene buttato via come materiale inutile ed ingombrante aumentando così la massa di rifiuti che, giorno dopo giorno, ci stanno sommergendo.

Nel suo piccolo, quindi, contribuisce alla diminuzione dello spreco di risorse, riutilizzando materiali di scarto ed ottenendo, nel contempo, dei notevoli risultati artistici.
Mi spiegava Federico che il concetto base su cui basa la realizzazione delle sue opere è facilmente trasportabile anche sul piano pedagogico. La sua idea sarebbe di poter realizzare degli workshop nelle scuole elementari dove poter insegnare l’arte della creazione di nuovi oggetti ai bambini, partendo da materiale di recupero.

Tale progetto avrebbe due finalità: la prima quella di stimolare le capacità artistiche e manuali dei bambini; la seconda di insegnare l’ecologia mostrando, nella pratica, come dei materiali, normalmente gettati via perché considerati inutili, possano essere riutilizzati e rinascere a nuova vita e nuovo utilizzo.

L’unico mio problema, conclude Federico, è che non so esattamente dove rivolgermi per proporre questo progetto. Dicendo questo mi sorride con l’aria di chi ha bussato a molte porte che si sono rifiutate di aprirsi. L’idea di questi workshop con i bambini mi sembra abbastanza buona: in questa epoca in cui è fondamentale trovare uno sviluppo sostenibile, iniziare a farlo capire sin da piccoli non può che fare bene. Gli diamo una mano?

Giorgio Ghiglieri

Quando scatti una foto sei lì dietro al mirino pronto a cogliere l’attimo senza soffermarti troppo poi, una volta terminato, riguardi le immagini cercando di capire cosa c’è dietro ogni espressione.
A questo punto inizi a pensare ed un lavoro che è nato come documentazione fotografica diventa un serio spunto di riflessione.
Guardi le espressioni malinconiche e tristi di questi (uso il termine con infinito affetto) vecchi che passano i loro giorni dentro una casa di riposo a guardare muri e televisione per passare il tempo, sempre in attesa di una qualsiasi novità che rompa la monotonia di giornate sempre uguali. I nostri vecchi, i nostri nonni, quelli che, per tacitare coscienze pelose bisognose di giustificazioni, vengono definiti in termini “politicamente corretti” anziani e poi scaricati in un ospizio, anche questo definito in modo “politicamente corretto”, casa degli anziani e poi dimenticati lì in attesa che termini la loro vita per poi riavvicinarsi a loro per l’ultima volta ed archiviarli definitivamente.
Ho visto visi scolpiti dal tempo e dalle vicissitudini della vita, ciascuno con la sua storia che si intravede se soltanto ci si ferma ad osservarli, ciascuno con la sua esperienza di sacrifici fatti per creare la propria vita, crescere i figli e giocare con i nipoti; con le loro storie da raccontare e leggende da tramandare, con la voglia di vivere e trovare chi ascolti le loro storie che, sono certo, sono interessantissime. Tutta gente che non si vuole arrendere allo scorrere di giorni tutti uguali fatti di muri bianchi e solitudine ed aspetta pazientemente, così come ha sempre fatto nella sua vita sino ad ora, che qualcosa cambi, che ci si ricordi di loro, che gli si ascolti.
Anche se preziosissimo, a poco vale il lavoro svolto dagli operatori sociali che seguono questi anziani, nonostante la loro dedizione non potranno mai surrogare la vicinanza dei figli, dei nipoti, dei vicini di casa, di chiunque faceva parte della loro vita e che adesso non vedono più o quasi.
Per quanto si possano impegnare gli operatori sociali non potranno mai alleviare la consapevolezza acquisita da questi vecchietti di essere stati abbandonati al loro destino, per quanto gli sia stato garantito un tetto, un’assistenza ed un letto caldo.
E’ l’essere stati emarginati dalla società che fa loro male, l’essere stati messi in un angolo come cose vecchie ed inutili, il non avere più il loro spazio vitale in cui svolgere i piccoli riti della vita quotidiana, il sentirsi ancora utili e non avere più nessuno (o quasi) vicino.
Eppure questi vecchi sono la nostra memoria storica, un’autentica miniera di informazioni su quanto c’era prima di noi, uno scrigno di cultura dove per cultura non viene soppesato il titolo di studio ma la conoscenza di fatti e luoghi; conoscenza mai documentata (sopratutto nei piccoli centri) che scomparirà per sempre alla loro morte.
Eppure basta poco per farli rivivere e risvegliare il loro interesse; è bastato lo scatto di una foto ed un sorriso e subito hanno iniziato a parlare e, in qualche caso, a sorridere; sono bastate poche parole per dare la stura a racconti di alcuni episodi della loro vita, magari con voce malferma e con qualche dettaglio incomprensibile ma con tutta la fierezza che portano ancora dentro.
Basterebbe poco: stargli più vicino, coinvolgerli in qualcosa, ascoltarli, farli sentire ancora utili e, in qualsiasi caso, non farli mai sentire abbandonati.
Non dimentichiamoli.
Non lo meritano.

Giorgio Ghiglieri