Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for novembre 2008

Pubblico integralmente la sentenza del TAR Sardegna con cui è stata autorizzata la ripresa dei lavori nella cava di Bia Segariu da parte della Ditta Locci.

REPUBBLICA  ITALIANA
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA SARDEGNA
SEZIONE  SECONDA
Registro Ordinanze: 380/2008
Registro Generale:      731/2008
nelle persone dei Signori:
FRANCESCO SCANO Presidente
MARCO LENSI Cons. , relatore
TITO ARU Cons.
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nella Camera di Consiglio  del 08 Ottobre 2008
VISTO il ricorso 731/2008  proposto da FRATELLI LOCCI ESTRAZIONI MINERARIE SRL,  rappresentata e difesa dalgli avvocati ANDREA PUBUSA E RICCARDO CABONI, con domicilio eletto in CAGLIARI, VIA TUVERI  N.84  presso lo studio dell’avvocato ANDREA PUBUSA;
contro
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA  rappresentata e difesa dagli avvocati
TIZIANA LEDDA e SONIA SAU, con domicilio eletto in CAGLIARI, VIALE TRENTO  N.69, presso UFFICIO LEGALE REGIONE SARDA ;
per l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione,
del provvedimento del 12/8/2008, prot. n. 12461/Class X.6.4.3 della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato dell’Industria, a firma del Direttore ad interim del Servizio attività estrattive, recante Comunicazione di avvio del procedimento per l’autoannullamento degli atti adottati con note prot. n. 1590 del 12/2/2008, prot. 1977 del 21/2/2008 e prot. 2593 del 25/2/2008, concernenti la riapertura dell’iter autorizzativo e il trasferimento della titolarità della cava dalla ditta Foddi alla Ditta F.lli Locci in regime di prosecuzione dell’attività di cava in località “Bia Segariu” in agro di Nuraminis, nonché la sospensione cautelare dell’attività estrattiva;
di ogni altro atto presupposto, inerente e conseguente.
VISTO il ricorso, con i relativi allegati, e la contestuale domanda cautelare;
VISTO l’atto di costituzione in giudizio di: REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA;
VISTI gli atti tutti della causa;
NOMINATO relatore per la Camera di Consiglio il Cons. MARCO LENSI, uditi altresì gli avvocati delle parti, come da separato verbale;
VISTO l’art. 21, commi ottavo ed undicesimo, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, come modificata dall’art. 3, comma primo, della legge 21 luglio 2000, n. 205;
VALUTATA  positivamente la probabilità dell’esito favorevole del ricorso, in relazione alle censure avanzate col ricorso medesimo;
CONSIDERATO, in particolare, che non risulta debitamente considerata la circostanza che il materiale argilloso in questione è destinato a attività di risanamento di siti industriali inquinati;
P.Q.M.
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA SARDEGNA
accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende il provvedimento impugnato del 12/8/2008, nella parte in cui sospende cautelarmene l’attività estrattiva
La presente ordinanza sarà eseguita dalla Amministrazione ed è depositata presso la Segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
CAGLIARI, li 08 Ottobre 2008
L’Estensore                                                                    Il Presidente

Depositata in segreteria il 08/10/2008
IL DIRETTORE DI SEZIONE

Read Full Post »

Oggi 5 novembre a 24 ore dall’alluvione, a Nuraminis e Villagreca la situazione è sotto controllo.
Nella giornata di ieri le squadre del comune e gli uomini della Protezione Civile hannno lavorato senza soste per ripulire le strade dal fango e dai detriti portati dalla fiumana di acqua e fango che ha attraversato i due centri abitati.
A parte gli allagamenti in alcune case, non vi sono stati danni strutturali ad edifici;mentre le campagne (nel versante verso Serramanna) sono ancora allagate e si sta procedendo ad eliminare i detriti trascinati dall’esondazione nelle strade vicinali.
Nonostante il tempo si sia rimesso al buono sin dall’ora di pranzo di ieri, resta l’allarme maltempo diramato dalla Protezione Civile, allarme che è previsto per tutta la settimana.

Ulteriori aggiornamenti sulla situazione verranno pubblicati immediatamente.

AGGIORNAMENTO  6 NOVEMBRE ORE 20.38

E’ previsto per stanotte un allarme metereologico dovuto ad una probabile onda di piena che potrebbe coinvolgere VIllagreca, causa forti piogge succedutesi sino a tardo pomeriggio nella zona interna.

La Protezione Civile ed i tecnici del Comune di Nuraminis hanno provveduto, per ogni evenienza, a mettere in sicurezza le zone dove si potrebbero concentrare le acque. I cittadini sono stati avvisati del possibile evento metereologico.

Comunque si presume che, se non vi saranno precipitazioni ulteriori durante la notte, l’allarme potrebbe rientrare. Si consiglia alla popolazione di Villagreca la massima cautela.

Read Full Post »

Questo è il video girato stamane a Nuraminis & dintorni.

Read Full Post »

Originariamente postato il 04/11/2008 alle 17.20

Adesso sono le 15 ed il cielo si è aperto. Mentre il sole illumina le campagne allagate e le case in cui i proprietari stanno finendo di buttare fuori l’acqua ed iniziando la conta dei danni, sembra che il nubifragio di questa notte sia soltanto un brutto sogno.
Purtroppo non è stato un brutto sogno ma la solita (ed inevitabile) triste realtà.
Stavolta è toccato anche a Nuraminis fare i conti col maltempo che lo ha colpito stanotte come la quasi totalità della Sardegna.
Premetto subito che se a Nuraminis non fossero già stati effettuati dei lavori di contenimento idrogeologico la risultante sarebbe stata molto più tragica di come è stata.
Tutto è iniziato stanotte (4 Novembre 2008) verso le quattro e mezzo del mattino con una serie di lampi e tuoni che ha svegliato gran parte della popolazione. Mentre la notte veniva illuminata dai lampi, ha iniziato a cadere la pioggia e che pioggia! Spinta dalle raffiche di vento provenienti dal mare, la pioggia ha iniziato a sferzare con violenza il paese ed a battere sui vetri delle finestre.
La cosa è continuata per almeno due ore per poi iniziare ad attenuarsi: sembrava il solito temporale autunnale ma, dopo una ventina di minuti il temporale riprendeva con rinnovato vigore rovesciando la pioggia battente mista a grandine.
La cosa è continuata così sino alle 7 del mattino circa alternando raffiche di pioggia e vento fortissimi con momenti di relativa quiete.
Alle luci dell’alba la situazione che si è presentata agli uomini della Protezione Civile di Nuraminis e dei Vigili del Fuoco è stata di un paese allagato in cui l’acqua mista a fango scorreva con la violenza di un fiume in piena nelle strade del paese e di una distesa di campagne completamente allagate.
Sin dalle prime ore del giorno gli uomini della Protezione Civile di Nuraminis insieme ad operai e tecnici del Comune hanno iniziato a prestare i primi soccorsi agli sfortunati abitanti le cui case si sono allagate e ripulendo dai detriti e dal fango strade, tombini, canali di scolo e quant’altro intasato dai detriti portati dalle acque che hanno attraversato il paese.
Ma la zona più colpita è stata Villagreca dove un fiume di fango ha coperto letteralmente tutte le strade della frazione e dove si sono concentrati gli sforzi dei soccorritori che hanno salvato, tra l’altro, una signora imprigionata nella sua auto trascinata dalla violenza delle acque e miracolosamente incastratasi su un guard rail che ne ha fermato la corsa.
Sempre a Villagreca, l’esondamento delle acque ha attraversato la SS 131 coprendola di fango e bloccandone il traffico dalle prime ore del mattino, facendo intervenire Polizia Stradale e Vigili del Fuoco che con l’aiuto di volontari e Protezione Civile hanno iniziato l’opera di ripulitura della strada dal fango. Sino alle ore 13 il transito sulla SS131 risultava limitato per i lavori di sgombero.
Ma il panorama più triste si presentava nelle campagne adiacenti al paese, soprattutto quelle dal lato di Serramanna: una palude.
Ettari ed ettari di campi sommersi dall’acqua, piantagioni andate distrutte dall’acqua che, superati gli argini dei canali di contenimento, ha esondato invadendo strade vicinali e sommergendo tutto al suo passaggio.
Insieme ad alcuni amministratori del comune di Nuraminis abbiamo effettuato una ricognizione nelle campagne dalle 10.30 del mattino sino all’ora di pranzo e, nonostante le acque si fossero già ritirate da qualche ora, lo spettacolo non è stato dei migliori: campi ridotti a paludi, piantagioni e vigneti letteralmente allagati, campi di carciofi distrutti dall’opera combinata dell’esondamento e dalla grandine, capi di allevamento morti annegati, fango dappertutto.
Una cosa che ho potuto notare (e filmare) è stato il discutibile stato in cui si trovavano i canali di scolo e di tenuta acque: fondo non dragato, crescita di canne dappertutto, cespugli. Il perfetto manuale di come non si devono tenere i canali di scolo e di contenimento delle acque.
Difatti, il proliferare dei canneti dentro i canali ha fatto si che l’acqua, trovando una notevole resistenza nel passaggio in questi canali, ha cercato altre strade allagando tutto; con tutta probabilità se si fossero tenuti sgombri i canali si sarebbero potuti minimizzare i danni e non si sarebbe andato incontro a questo disastro che mette in ginocchio la già asfittica e poco remunerativa attività agricola della zona.
La conta dei danni è in corso mentre tutti gli amministratori sono in giro nelle zone colpite per rendersi conto della gravità dei danni, coordinare gli interventi che ancora sono in corso e verificare la tenuta degli interventi effettuati in questa convulsa mattinata.
Secondo alcune valutazioni, nel caso si ripetesse un temporale quale quello di stanotte, il bilancio dei danni salirebbe a dismisura poichè le (scarse) capacità di assorbimento dell’acqua da parte dei campi circondario sono attualmente al livello di saturazione.
Ciò comporta alcune riflessioni su quanto si sia fatto sino ad oggi nel settore idrogeologico in Sardegna. luogo in cui, tra quartieri costruiti su vecchi letti di fiumi e canali in cui si lasciano crescere liberamente piantagioni di canneti o ci si dimentica di dragare il fondo, ci si ritrova, dopo un temporale serio ad ammirare lo scenario di immense paludi, abitazioni invase dal fango, persone salvate per miracolo dalla furia di acqua e fango. Subito dopo si versano fiumi di inchiostro sull’argomento, si chiedono a gran voce commissioni di inchiesta, commissari straordinari, risarcimenti, progetti nuovi ed interventi celeri e poi, dopo qualche mese, nessuno ne parla più.
Sino all’alluvione prossima ventura.

(Giorgio Ghiglieri da iSardi.net)

Read Full Post »

Bia Segariu: L’epilogo (?)
Nell’ultimo articolo sulla vicenda della cava di Bia Segariu ci si fermava al decreto di sospensione dell’attività di cava effettuato dal Corpo Forestale e notificato al Comune di Nuraminis con lettera indirizzata alla stessa in data 14/08/2008. Tale decreto si basava sulla violazione degli articoli 19,20,21 e 42 della L.R. 30 del 07/06/1989 e relativo ricorso al TAR da parte della ditta Locci, titolare dei permessi di estrazione della cava di Bia Segariu.

Le situazione è rimasta in stallo per circa un mese sino a quando, il 13 settembre la scavatrice della ditta Locci ha ripreso i lavori quasi all’altezza della cima di Monte Crucuris. Lavori che non sono passati inosservati e sono stati subito segnalati al Comune di Nuraminis e al Corpo Forestale che hanno provveduto subito a monitorare la situazione.

Nel frattempo ho cercato di ottenere delle dichiarazioni da parte dei responsabili della ditta Locci i quali, dopo aver rinviato (per oltre due mesi) di settimana in settimana l’appuntamento, alla fine mi hanno comunicato la loro decisione di non rilasciare alcuna dichiarazione sino a quando la situazione, dal punto di vista legale, non sarebbe stata più chiara.

L’altro attore di questa vicenda, ovvero il Comitato per la difesa di Monte Crucuris, nella persona del prof. Carmelo Spiga non ha ritenuto importante rilasciare dichiarazioni o interviste (cfr. mail del 08/09/2008).

Al contrario, l’Amministrazione comunale di Nuraminis mi ha fornito l’ulteriore documentazione che mi ha permesso di ricostruire gli avvenimenti di questa vicenda sino ad oggi.
Mentre la scavatrice della ditta Locci continua i lavori sul costone del monte, in data 18/09/2008 l’Amministrazione di Nuraminis riceve una lettera, per conoscenza, destinata all’Assessorato all’Industria della RAS con oggetto:“Piano integrato per risanamento e valorizzazione di Monte Crucuris nel comune di Nuraminis” a firma del prof. Carmelo Spiga quale portavoce del “Comitato per la difesa del Monte Crucuris”.

Questo è, in sintesi, il contenuto:
“L’intervento del comitato è finalizzato alla composizione pacifica e ragionata in ordine agli interventi nell’area così pesantemente deturpata. La popolazione rivendica il doveroso e legittimo diritto dell’informazione su fatti di tale portata perciò chiede al sindaco di essere informato su tutti gli sviluppi della vicenda anche per dare un supporto qualora le circostanze lo richiedessero, Si fa presente che in data 14/06 u.s. è stato presentato il libro “Villa dei Greci”….. da cui si evince con dovizia di documentazione scientifica che l’area comprendente monte Crucuris è di primaria importanza archeologica oltreché ambientale.

Si lamenta la mancanza di interessamento da parte delle associazioni preposte alla tutela del territorio e del patrimonio archeologico.
Tenuto conto che sia la zona in questione che l’intero comune di Nuraminis non ha mai beneficiato di interventi di rimboschimento e la zona si caratterizza come semidesertica, si avanza la proposta di un piano integrato di interventi che veda coinvolti la RAS, il comune di Nuraminis, la ditta F.lli Locci (titolare della cava), la Soprintendenza, le associazioni ambientaliste al fine di valorizzare l’intera area comprendente Su Padru, Monte Crucuris, Serra Cannigas e Sa Corona.

Il discorso delle responsabilità non fa parte degli interessi immediati del comitato. A firma del portavoce del comitato Carmelo Spiga.”.

Per dovere di cronaca sarà bene sottolineare alcune cose:
1- Il comitato risulta essere spontaneo, ovvero senza alcuna valenza legale.
2- Dalla documentazione ufficiale esistente su studi effettuati delle aree archeologiche nel territorio, non risulta assolutamente nessuna valenza archeologica nell’area della cava.
4- Propone un piano di valorizzazione che esula completamente dall’emergenza affrontata con Bia Segariu, allargando l’ipotetico piano di intervento ad aree estranee alla vicenda della cava.

In data 19/09/2008 la Ditta Locci fa pervenire all’Amministrazione di Nuraminis (cfr da ditta F.lli Locci a Assessorato Industria e p/c Comune di Nuraminis) una lettera dove, in sintesi, dice che durante i lavori di gradonamento (nella parte alta di Monte Crucuris) oltre al materiale terroso si è dovuto procedere all’abbattimento di un blocco di materiale argilloso che porta intralcio allo svolgimento del lavoro, quindi quest’argilla, nella fase transitoria dei lavori, verrà conferita alla bonifica presso la discarica industriale della Syndial a Macchiareddu (con cui hanno già un contratto di bonifica, ragione dell’esistenza della cava di Bia Segariu) e concludono appellandosi alla valenza di interesse pubblico del loro lavoro il quale, se interrotto, provocherebbe un grave danno economico non solo alla società (non viene specificato se per società si intenda solo la ditta F.lli Locci o la comunità e, se è così, quale).

[Nota: Il precedente decreto di sospensione dell’attività di cava prevede, oltre al fermo dei lavori estrattivi, il divieto assoluto di portare fuori dalla cava il materiale estratto e la sua commercializzazione].

Vien da sè che, in base a questa normativa, il Corpo Forestale, monitorizzando quotidianamente i lavori, non appena intercetta un camion carico di argilla che esce dalla cava, lo blocca e mette sotto sequestro sia i mezzi meccanici che la cava, come risulta da lettera inviata all’Amministrazione di Nuraminis in data 23/09/2008.

Il giorno dopo (24/09/2008) l’avvocato Andrea Pubusa (legale della ditta F.lli Locci) invia una istanza di dissequestro della cava di Bia Segariu e dei mezzi meccanici facendo presente di aver inviato il ricorso al TAR per il provvedimento di sequestro e richiede il dissequestro dei mezzi meccanici (autotreno IVECO e scavatrice). Fa inoltre presente che il sequestro ha interrotto la messa in sicurezza del costone che è a rischio frane.

L’aver indirizzato questa istanza al Sindaco di Nuraminis ha la sua ragione di essere in quanto, in base alla L.R. del 2006 le competenze sanzionatorie e la gestione dei sequestri effettuati dal Corpo Forestale vengono gestiti dall’Amministrazione Comunale competente per territorio.
In base a questa normativa, il Sindaco di Nuraminis sta predisponendo un’ordinanza di dissequestro del camion (ndr: il camion appartiene ad un padroncino che è stato ingaggiato dalla ditta F.lli Locci per i trasporti, quindi estraneo alla vicenda) e, per quanto riguarda la scavatrice subordinarne il dissequestro al lavoro da svolgere sul costone.

Ossia, speiga il Sindaco Luciano Cappai, se la scavatrice deve essere dissequestrata affinchè essa debba essere utilizzata per mettere in sicurezza il costone, l’ordinanza prevederà il dissequestro, diversamente no.
In data 29/09/2008 la ditta F.lli Locci invia all’Amministrazione Comunale una lettera in cui, a causa del sequestro della cava e dei mezzi, quindi al blocco totale della cava, declina ogni responsabilità in merito a qualsiasi danno a cose, persone o animali dovuti alla possibilità di frane.
In data 02/10/2008 vi è stata un’ispezione da parte dei tecnici dell’Assessorato all’Industria della RAS per verificare il rischio concreto di frane e decidere quindi il da farsi, ispezione effettuata insieme ai tecnici dell’Amministrazione Comunale di Nuraminis.

Nel frattempo il Sindaco sta approntando un’ordinanza che obbliga la Ditta Locci alla recinzione completa della cava, l’apposizione dei regolamentari cartelli di indicazione di pericolo e l’immediato gradonamento della parte superiore del colle e ripiantumazione della stessa area.

Mi spiegava il Sindaco che si è deciso di far iniziare i lavori dalla parte alta del colle perchè, in caso di piogge continue diventerebbe pericoloso lavorare sulla parte alta e, non iniziando i lavori dalla parte alta, risulterebbe impossibile realizzare correttamente i lavori di messa in sicurezza della cava. Con tutti i rischi che una mancata messa in sicurezza comporterebbe.
Questa la situazione ad oggi della cava di Bia Segariu.

C’è da dire che il 10 ottobre il TAR dovrà emettere la sentenza sul blocco della cava ed annullamento del permesso di cava attuato dal Corpo Forestale. In qualsiasi caso le parti potranno rivolgersi al Consiglio di Stato per un eventuale ricorso; questo comporterebbe un ulteriore allungamento dei tempi in caso di irrigidimento delle posizioni delle controparti e, nel frattempo l’autunno avanza e con esso la stagione delle piogge, aumentando i rischi di frane e spostamento a valle del materiale terroso depositato ai piedi di monte Crucuris.

Restiamo in attesa della sentenza del TAR al riguardo, sperando che non si debba ricorrere al Consiglio di Stato, che la stagione delle piogge arrivi il più tardi possibile e che la ditta F.lli Locci metta definitivamente in sicurezza il sito nel più breve tempo possibile. Diversamente ci si potrebbe trovare a dover fronteggiare qualcosa di più grave di una cava abbandonata.
(Giorgio Ghiglieri)

Read Full Post »

Federico Zara, born in N.S.I. (Nuraminis Sardinia Island) è un sardo doc sul cui biglietto da visita, alla voce attività, potrebbe scrivere ‘Artista del riciclaggio‘.
Riciclaggio in senso ecologico non come reato. Che avete capito?

Difatti Federico, prima di essere un artista (aggettivo che preferisce non venga usato nei suoi confronti), è un acceso sostenitore dell’ambiente. Nulla si crea, nulla si distrugge: tutto si trasforma.

Questo concetto si applica perfettamente al nostro artista poco più che trentenne alla perenne ricerca di se stesso (e di un posto di lavoro stabile) con una passione per la fantascienza intelligente (Lovercraft, Asimov, Orwell), privo di risposte pronte e con una bella collezione di dubbi.

Potrei definire Federico Zara uno scultore in quanto le sue opere possono essere assimilate a sculture ma sarebbe sicuramente riduttivo; in realtà trattasi di composizioni a carattere tecnologico-cibernetico create con una tecnica personalissima che porta a dei risultati, sicuramente, originalissimi e sorprendenti.

La cosa funziona più o meno così: Federico inizia ad osservare i vari apparati ‘rottamati’ che si possono trovare in un qualsiasi deposito di rifiuti. Inizia a smontarli e nel frattempo osserva i vari pezzi. A questo punto, presumo, dovrebbe scattare l’idea geniale (la classica lampadina del fumetto) e così il nostro artista, armato di saldatore, colle & vernici inizia ad assemblare i pezzi più disparati presi da oggetti altrettanto disparati. Da questo lavoro nascono creazioni che non hanno nessuna parentela con gli oggetti primigeni.

Avete mai visto la statua di un guerriero tecnologico di un futuro remoto venire fuori da pezzi di un videoregistratore e di una stampante? Vedere per credere.
La materia prima utilizzata da Federico ha una sua precisa ragione di essere. Ritiene, a ragione, che ciascuno di noi, vittima di un consumismo oramai esasperato, spreca letteralmente le risorse gettando via tante di quelle cose che potrebbero avere ancora un loro ciclo di vita reincarnandosi in forme diverse e sempre fruibili.

L’esempio è dato dalla quantità incredibile di ’spazzatura elettronica’ che produciamo: dal videoregistratore obsoleto dopo due anni al computer passato di moda; dal telefonino alla stampante e via elencando. Tutto questo materiale, continua a raccontare Federico, viene buttato via come materiale inutile ed ingombrante aumentando così la massa di rifiuti che, giorno dopo giorno, ci stanno sommergendo.

Nel suo piccolo, quindi, contribuisce alla diminuzione dello spreco di risorse, riutilizzando materiali di scarto ed ottenendo, nel contempo, dei notevoli risultati artistici.
Mi spiegava Federico che il concetto base su cui basa la realizzazione delle sue opere è facilmente trasportabile anche sul piano pedagogico. La sua idea sarebbe di poter realizzare degli workshop nelle scuole elementari dove poter insegnare l’arte della creazione di nuovi oggetti ai bambini, partendo da materiale di recupero.

Tale progetto avrebbe due finalità: la prima quella di stimolare le capacità artistiche e manuali dei bambini; la seconda di insegnare l’ecologia mostrando, nella pratica, come dei materiali, normalmente gettati via perché considerati inutili, possano essere riutilizzati e rinascere a nuova vita e nuovo utilizzo.

L’unico mio problema, conclude Federico, è che non so esattamente dove rivolgermi per proporre questo progetto. Dicendo questo mi sorride con l’aria di chi ha bussato a molte porte che si sono rifiutate di aprirsi. L’idea di questi workshop con i bambini mi sembra abbastanza buona: in questa epoca in cui è fondamentale trovare uno sviluppo sostenibile, iniziare a farlo capire sin da piccoli non può che fare bene. Gli diamo una mano?

Giorgio Ghiglieri

Read Full Post »

Quando scatti una foto sei lì dietro al mirino pronto a cogliere l’attimo senza soffermarti troppo poi, una volta terminato, riguardi le immagini cercando di capire cosa c’è dietro ogni espressione.
A questo punto inizi a pensare ed un lavoro che è nato come documentazione fotografica diventa un serio spunto di riflessione.
Guardi le espressioni malinconiche e tristi di questi (uso il termine con infinito affetto) vecchi che passano i loro giorni dentro una casa di riposo a guardare muri e televisione per passare il tempo, sempre in attesa di una qualsiasi novità che rompa la monotonia di giornate sempre uguali. I nostri vecchi, i nostri nonni, quelli che, per tacitare coscienze pelose bisognose di giustificazioni, vengono definiti in termini “politicamente corretti” anziani e poi scaricati in un ospizio, anche questo definito in modo “politicamente corretto”, casa degli anziani e poi dimenticati lì in attesa che termini la loro vita per poi riavvicinarsi a loro per l’ultima volta ed archiviarli definitivamente.
Ho visto visi scolpiti dal tempo e dalle vicissitudini della vita, ciascuno con la sua storia che si intravede se soltanto ci si ferma ad osservarli, ciascuno con la sua esperienza di sacrifici fatti per creare la propria vita, crescere i figli e giocare con i nipoti; con le loro storie da raccontare e leggende da tramandare, con la voglia di vivere e trovare chi ascolti le loro storie che, sono certo, sono interessantissime. Tutta gente che non si vuole arrendere allo scorrere di giorni tutti uguali fatti di muri bianchi e solitudine ed aspetta pazientemente, così come ha sempre fatto nella sua vita sino ad ora, che qualcosa cambi, che ci si ricordi di loro, che gli si ascolti.
Anche se preziosissimo, a poco vale il lavoro svolto dagli operatori sociali che seguono questi anziani, nonostante la loro dedizione non potranno mai surrogare la vicinanza dei figli, dei nipoti, dei vicini di casa, di chiunque faceva parte della loro vita e che adesso non vedono più o quasi.
Per quanto si possano impegnare gli operatori sociali non potranno mai alleviare la consapevolezza acquisita da questi vecchietti di essere stati abbandonati al loro destino, per quanto gli sia stato garantito un tetto, un’assistenza ed un letto caldo.
E’ l’essere stati emarginati dalla società che fa loro male, l’essere stati messi in un angolo come cose vecchie ed inutili, il non avere più il loro spazio vitale in cui svolgere i piccoli riti della vita quotidiana, il sentirsi ancora utili e non avere più nessuno (o quasi) vicino.
Eppure questi vecchi sono la nostra memoria storica, un’autentica miniera di informazioni su quanto c’era prima di noi, uno scrigno di cultura dove per cultura non viene soppesato il titolo di studio ma la conoscenza di fatti e luoghi; conoscenza mai documentata (sopratutto nei piccoli centri) che scomparirà per sempre alla loro morte.
Eppure basta poco per farli rivivere e risvegliare il loro interesse; è bastato lo scatto di una foto ed un sorriso e subito hanno iniziato a parlare e, in qualche caso, a sorridere; sono bastate poche parole per dare la stura a racconti di alcuni episodi della loro vita, magari con voce malferma e con qualche dettaglio incomprensibile ma con tutta la fierezza che portano ancora dentro.
Basterebbe poco: stargli più vicino, coinvolgerli in qualcosa, ascoltarli, farli sentire ancora utili e, in qualsiasi caso, non farli mai sentire abbandonati.
Non dimentichiamoli.
Non lo meritano.

Giorgio Ghiglieri

Read Full Post »

Un videoclip dedicato agli anziani presenti nella casa di riposo di Nuraminis.
Sono la nostra memoria storica.
Non dimentichiamoli.

Read Full Post »

Parla il Sindaco di Nuraminis:
Dal mio primo articolo sulla cava di Bia Segariu, nota alla comunità di Nuraminis-Villagreca come la cava di Monte Is Crucuris, oltre i pochi fatti certi che ho potuto appurare (ed esporre nei tre articoli precedenti), hanno iniziato a girare una serie di notizie prive di riscontro obbiettivo propalate dalle più varie fonti. Dato che il compito di chi informa è quello di fornire notizie comprovate, ho iniziato una “caccia ai protagonisti” che si è protratta per oltre un mese (e si protrae tuttora).
Oggi è la volta della storia di Bia Segariu raccontata dal Sindaco di Nuraminis Luciano Cappai che mi ha concesso gentilmente una lunga intervista sabato scorso (6 settembre) e permesso di consultare la documentazione comprovante le sue dichiarazioni (9 settembre).
Voglio precisare il fatto che questa amministrazione ha messo a mia disposizione due faldoni di documenti inerenti la vicenda di Bia Segariu da consultare e la cosa è meritevole di nota.

Ritengo sia molto importante fare riferimento alle date in maniera tale che sia ben chiaro lo svolgimento temporale di tutta la vicenda che sembra assumere nuovi sviluppi di giorno in giorno.
Ecco, in sintesi, quanto racconta il Sindaco Luciano Cappai sulla vicenda della cava, vissuta, ovviamente, dalla parte dell’Amministrazione Comunale di Nuraminis.
…La vicenda della cava, almeno per quanto riguarda questi ultimi avvenimenti, si può iniziare a datare dal Febbraio 2008 quando, come Amministrazione, riceviamo una lettera da parte dell’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna nella quale ci comunicano di aver accettato il subentro della Ditta F.lli Locci al posto della Ditta COSMOTER di Vincenzo Foddi per i lavori di coltivazione di cava di Bia Segariu (c.f.r.: lettera da R.A.S. data 12/02/2008; lettera da R.A.S. data 21/02/08; lettera da R.A.S. data 25/02/08).
In sintesi il contenuto della comunicazione esprime il fatto che, nelle more della verifica del piano di cava e di ripristino, viene concessa comunque l’autorizzazione alla coltivazione di cava (c.f.r.: evidentemente l’autorizzazione si riferisce al progetto di cava presentato nel 2005 dall’allora detentore dei diritti, COSMOTER di Vincenzo Foddi).
…A maggio 2008 si presenta uno dei titolari della ditta F.lli Locci annunciando l’imminente inizio dei lavori di cavazione, come da permessi ottenuti; l’Amministrazione, pur non avendo più alcuna competenza in materia, neppure potere consultivo, sottolinea l’importanza di evitare violazioni al paesaggio e, contestualmente richiede alla ditta F.lli Locci una polizza fidejussoria a garanzia per eventuali danni arrecati alla strada di collegamento tra Villagreca a Nuraminis, strada utilizzata dai mezzi uscenti dalla cava e non progettata per sostenere un tale traffico pesante.
La ditta Locci, per bocca del suo rappresentante acconsente alla richiesta e garantisce il rispetto dei luoghi e la loro rinaturalizzazione al termine dei lavori provvedendo, inoltre a ricolmare il grosso sbancamento preesistente ai piedi della collina per poi ripiantumarlo (c.f.r.: da Comune di Nuraminis a ditta F.lli Locci -data 23/05/2008- Richiesta polizza fidejussoria, importo 25.000 euro).
Sempre in questo periodo viene contattato telefonicamente l’Assessorato all’Ambiente della RAS che conferma la propria incompetenza sul caso, trattandosi di un subentro all’attività di cava e non della creazione di una nuova cava.
Nel frattempo l’Amministrazione monitorizza, in maniera molto discreta, i lavori di estrazione di cava e quando ci si rende conto che l’attività aggredisce il fianco della collina (parte visibile da Villagreca) si ritiene che, con tutta probabilità, qualcosa non vada per il verso giusto e ci si attiva.
Il cosidetto “casus belli” capita quando riceviamo, continua a raccontare Luciano Cappai, una telefonata da parte di un cittadino di Villagreca il quale segnala la rottura di un tombino nella strada percorsa dai camion della ditta Locci.
Mi sono attivato personalmente in compagnia dell’assessore Cabras, prosegue il Sindaco, e con l’aiuto della cooperativa siamo riusciti a coprire il tombino spaccato con una lastra d’acciaio, in attesa di ripristinare lo stato dei luoghi. .
…Sempre in via informale ho richiesto la presenza dei responsabili della cava in ufficio per chiarire la questione; cosa avvenuta il lunedi successivo ove ho provveduto, per correttezza, a metterli al corrente dei passi in essere da parte della nostra amministrazione.
I passi che ho mosso, racconta ancora il Sindaco Cappai, riguardavano il contatto con l’Assessorato all’Industria dove (probabilmente causa ferie di agosto) non ho trovato nessuna risposta soddisfacente; ho poi cercato di contattare direttamente l’assessore all’Ambiente Cicito Morittu, in quel frangente impegnato, successivamente con Ignazio Pau cui ho esposto il problema in tutta la sua urgenza.
Va sottolineato, per correttezza, che, durante lo svolgersi dei fatti , ho ricevuto la visita di un rappresentante della ditta F.lli Locci che ha fatto presente l’inizio da parte loro dell’attività dei lavori di messa in sicurezza e di ripristino mediante la realizzazione di gradoni e la spiegazione di come avrebbero provveduto alla rinaturalizzazione dell’area (c.f.r. lettera da ditta F.lli Locci a Comune Nuraminis data 08/08/2008)
Inoltre ho contattato il Prefetto, dott. Gullotta (impegnato in quel momento) ed il vice Prefetto Vicario, dott. Bruno Corda il quale, oltre alla promessa di un immediato interessamento personale mi ha anche consigliato quali altre strade percorrere. Strade che sono state quella di contattare il Comandante del Corpo Forestale, dott. Delogu che, pur essendo in ferie, si è immediatamente attivato e richiedere, inoltre l’intervento del NOE del Corpo dei Carabinieri (Nucleo Operativo Ecologico oggi Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente), anche loro attivatisi immediatamente dopo la richiesta scritta (c.f.r. fax da Comune di Nuraminis a NOE – data 06/08/2008).
C’è da dire, continua Luciano Cappai, che gli interventi delle autorità contattate sono stati immediati, tanto è vero che dopo alcuni giorni, preannunciata da una telefonata, mi veniva notificato il decreto di sospensione dei lavori nella cava a seguito dell’ispezione del Corpo Forestale (c.f.r. lettera da RAS a Comune di Nuraminis data 14/08/2008).
Dal rapporto della Forestale risulterebbe che la ditta Locci non ha rispettato il piano di cava che era momentaneamente in essere(c.f.r. il decreto parla di violazione degli artt. 19,20,21 e 42 della L.R. 30 del 07/06/1989) ma non avendo ancora copia della relazione ispettiva non ci si può inoltrare ancora in dettagli precisi, quindi quando vi saranno le copie delle relazioni (Corpo Forestale e NOE) si potranno valutare i dettagli.
(NOTA- Dai documenti esistenti presso l’amministrazione comunale di Nuraminis, si può ipotizzare che, in mancanza di un progetto successivo approvato dalla RAS che andrebbe a sostituire quello che ha posto in essere in primis l’attività di cava (progetto redatto dai Geologi Lorenzo e Luciano Ottelli, committente ditta Foddi Vincenzo), vale, appunto, il progetto depositato presso il Comune di Nuraminis da parte di Vincenzo Foddi ed in questo progetto, sulla mappa che illustra le future espansioni della cava, monte Is Crucuris viene solamente lambito dal piano di cava).
Parlando della cava rispetto all’ambiente, il primo cittadino di Nuraminis concorda col fatto che si tratta di obbrobrio ambientale ma che il nocciolo del problema non sta tanto nell’operato della ditta Locci in se stesso, bensì in chi ha rilasciato le autorizzazioni o meglio, nel meccanismo di rilascio delle autorizzazioni che hanno portato, come risultante, la realizzazione di questa (si fa per dire) opera.
Ciò che Luciano Cappai ritiene grave è che, per poter arrivare ad estrarre poche migliaia di metri cubi di materiale argilloso (utilizzato, così sembra, per impermeabilizzare un sito di discariche pericolose a Macchiareddu), si siano estratte dalla collina centinaia di migliaia di metri cubi di materiale senza alcun valore industriale. Oltre ciò è preoccupato per la non messa in sicurezza del sito in quanto, essendo come detto prima, composto prevalentemente da materiale friabile è a rischio frane. Non che si possa verificare una frana con conseguenze pericolose per la comunità ma, in caso di piogge persistenti, si potrebbe creare una “valanga” di fango che, con tutta probabilità inonderebbe la strada adiacente e riempirebbe di fango i campi coltivati circostanti con tutte le conseguenze del caso.
Il Sindaco Cappai conclude la storia della cava di Bia Segariu considerando il fatto che, a causa delle ferie di agosto molti funzionari (e politici) non erano reperibili o, comunque non avevano chiaro il quadro della situazione, non dimentichiamolo, si è evoluta in pochissimo tempo. Nel momento in cui tutte le attività riprenderanno regolarmente si riuscirà ad avere un quadro di intenti e di azioni molto più chiaro e si capiranno meglio gli sviluppi di questa situazione in modo tale si possa agire di conseguenza, ricordando che, in qualsiasi caso, tutte le azioni poste in essere dall’amministrazione da lui guidata, saranno improntate al rispetto delle regole anche se questo porterà a doversi muovere con una notevole cautela; cosa che, in questi casi, potrebbe sembrare antitetica rispetto all’urgenza venutasi a creare.
Riguardo l’informazione sulla vicenda della cava, il Sindaco mi ha assicurato che a tutti coloro i quali hanno chiesto informazioni sull’argomento, ha dato le stesse risposte che voi state leggendo e, comunque, un quadro relativamente chiaro della situazione si sta cominciando a delineare solo adesso.
Ma questa è un’altra storia.
Giorgio Ghiglieri

Read Full Post »

I PADRI DELLA PROTESTA

La cava di Bia Segariu è bloccata da un decreto sospensivo della RAS dal 13 agosto; tale procedimento è stato posto in essere a causa delle proteste nate all’interno della comunità di Nuraminis – Villagreca.
Leggendo i quotidiani locali si deduce subito che questa protesta porta a due leader che, a giudicare dal tenore degli articoli, rivendicano entrambi la paternità della leadership della protesta.

Uno è Carmelo Spiga, Villagrechese doc, emigrato oltre 30 anni orsono ad Udine, impegnato politicamente nella sua città di adozione e culturalmente nella sua terra natia, coautore del libro sui tesori sorico-archeologici di Villagreca, allievo ed amico del battaglieri parroco di Villagreca don Leone Porru.

L’altro è il sindaco di Nuraminis, Luciano Cappai da una vita sulla poltrona di sindaco e troppo indaffarato per poter rispondere alle mie domande.
Questi due signori, a modo loro, hanno organizzato una protesta contro l’utilizzo della cava, uno dal lato di Villagreca e l’altro dal lato di Nuraminis (mettersi d’accordo e muovere un’azione comune è, evidentemente, troppo complicato), per cui sarei dell’opinione di assegnare ex aequo la paternità dell’azione di protesta.

Paternità che, tra breve, potrebbe risultare alquanto scomoda in quanto questo blocco della cava potrebbe portare, alla lunga, ad una conseguenza poco piacevole per entrambe le comunità.
Dall’analisi delle carte sull’attività della cava di Bia Segariu (Monte Is Crucuri) si evince il fatto che la zona, non essendo interessata ad alcun vincolo (ambientale e/o archeologico), non avendo alcuna peculiarità di sorta, avendo in essere una cava antecedente alla Legge Regionale 15 del 9 agosto 2002, non ha problemi ostativi per continuare ad essere una cava.

Questo significa che, pur lavorando la cava in regime di concessione provvisoria, non sussitono problemi tecnici che ne possano impedire l’attvità estrattiva.

Il decreto sospensivo è stato attuato a causa delle proteste della comunità in quanto la Regione Sardegna non pone alle sue scelte un carattere impositivo ma cerca, ove possibile, di trovare un punto di condivisione con le comunità interessate.
Quello che sanno in pochi è che l’attvità nella cava di Bia Segariu sarebbe dovuta proseguire ancora per un altro mese e, subito dopo sarebbero iniziati i lavori di messa in sicurezza dei luoghi ed il ripristino ambientale, secondo gli accordi presi preventivamente con la Regione Sardegna ed in base ai progetti presentati contestualmente alla richiesta di concessione per la coltivazione di cava.

Questo progetto di rinaturalizzazione (di cui pubblicherò quanto prima le immagini di simulazione su come sarà l’area appena terminati i lavori di ripiantumazione), anche se non riporterà monte Is Crucuri nelle sue condizioni originali, creerà comunque un’area verde con un impatto visivo certamente migliore di quello che si ha oggi della collina.

Da fonti attendibili risulta che la ditta F.lli Locci (i titolari della concessione di Bia Segariu) hanno accennato all’utilizzo della manodopera locale per i lavori di rinaturalizzazione; si parla quindi di creazione di posti di lavoro, anche se temporanei a beneficio della comunità.
Secondo gli intenti comuni, si sarebbe dovuto sopportare un altro mese di lavoro estrattivo, a seguire i lavori di messa in sicurezza e consolidamento dell’area e, a novembre, l’inizio della ripiantumazione.

Oggi su tutto questo pesa un grosso punto interrogativo dovuto allo stop dei lavori a causa della protesta.
Se noi consideriamo che, dal punto di vista contrattuale, la ditta F.lli Locci ha, sino ad un attimo prima del blocco dei lavori, tenuto fede ad i suoi impegni (e vorrebbe tenere fede a tutti i termini del contratto se gli viene permesso), risulta ovvio (ed è anche un loro diritto) il loro ricorso sulla decisione di blocco.

Ora, se il blocco dovesse protrarsi per lungo tempo, la cava potrebbe diventare per loro un affare assolutamente antieconomico e nulla vieterebbe loro di andare via, abbandonando la cava.
Ovviamente, dovendosi realizzare un simile scenario, è scontato che si creerà un contenzioso tra loro e la Regione Sardegna bloccando anche (e soprattutto) un eventuale utilizzo della fidejussione che la ditta Locci ha sottoscritto in favore della RAS a garanzia dei lavori di ripristino. Stessa cosa varrà per la fidejussione che, sempre la ditta Locci, ha sottoscritto col comune di Nuraminis per il ripristino dei tratti di strada utilizzati per il transito dei camion.

Considerando la durata di un contenzioso è facilmente prevedibile che la comunità di Villagreca e quella di Nuraminis (perchè poi le due comunità vogliano restare separate per me resta un mistero…) si terranno il monte Is Crucuri ridotto ad un cumulo di macerie per parecchi anni e, nel caso in cui la RAS perdesse il contenzioso i soldi per risanare la zona usciranno, come sempre, dalle nostre tasche.

Per cui questa protesta, nata clamorosamente in ritardo, rischia di produrre due risultati non molto piacevoli: ci si tiene una collina ridotta ad uno scempio e si butta alle ortiche la possibilità di avere dei posto di lavoro per gli abitanti della zona.
Quando si dice lungimiranza……

Dal punto di vista strettamente personale ritengo che, in qualsiasi caso, lo scempio ambientale (come quello archeologico o, peggio, culturale) siano degli autentici delitti contro la comunità.
Occorre però essere realisti e, in una situazione come quella di Bia Segariu, un comitato di protesta che ne blocca l’attività (a 30 giorni dalla fine) ottiene come unico risultato che lo scempio resti tale per molto tempo.

Al contrario, un comitato di salvaguardia degno di tal nome si occuperebbe in primis a fornire una corretta informazione sui fatti alla comunità, a verificare la correttezza degli accordi tra le parti, contrattare (ove possibile) i termini di ripristino in funzione di particolari esigenze della comunità e, alla fine dei lavori, vigilare sulle opere di ripristino per verificarne la conformità.
Dimostrando così di voler realmente tutelare gli interessi della comunità e non altro.
Giorgio Ghiglieri

Read Full Post »

Older Posts »