Originariamente postato il 04/11/2008 alle 17.20
Adesso sono le 15 ed il cielo si è aperto. Mentre il sole illumina le campagne allagate e le case in cui i proprietari stanno finendo di buttare fuori l’acqua ed iniziando la conta dei danni, sembra che il nubifragio di questa notte sia soltanto un brutto sogno.
Purtroppo non è stato un brutto sogno ma la solita (ed inevitabile) triste realtà.
Stavolta è toccato anche a Nuraminis fare i conti col maltempo che lo ha colpito stanotte come la quasi totalità della Sardegna.
Premetto subito che se a Nuraminis non fossero già stati effettuati dei lavori di contenimento idrogeologico la risultante sarebbe stata molto più tragica di come è stata.
Tutto è iniziato stanotte (4 Novembre 2008) verso le quattro e mezzo del mattino con una serie di lampi e tuoni che ha svegliato gran parte della popolazione. Mentre la notte veniva illuminata dai lampi, ha iniziato a cadere la pioggia e che pioggia! Spinta dalle raffiche di vento provenienti dal mare, la pioggia ha iniziato a sferzare con violenza il paese ed a battere sui vetri delle finestre.
La cosa è continuata per almeno due ore per poi iniziare ad attenuarsi: sembrava il solito temporale autunnale ma, dopo una ventina di minuti il temporale riprendeva con rinnovato vigore rovesciando la pioggia battente mista a grandine.
La cosa è continuata così sino alle 7 del mattino circa alternando raffiche di pioggia e vento fortissimi con momenti di relativa quiete.
Alle luci dell’alba la situazione che si è presentata agli uomini della Protezione Civile di Nuraminis e dei Vigili del Fuoco è stata di un paese allagato in cui l’acqua mista a fango scorreva con la violenza di un fiume in piena nelle strade del paese e di una distesa di campagne completamente allagate.
Sin dalle prime ore del giorno gli uomini della Protezione Civile di Nuraminis insieme ad operai e tecnici del Comune hanno iniziato a prestare i primi soccorsi agli sfortunati abitanti le cui case si sono allagate e ripulendo dai detriti e dal fango strade, tombini, canali di scolo e quant’altro intasato dai detriti portati dalle acque che hanno attraversato il paese.
Ma la zona più colpita è stata Villagreca dove un fiume di fango ha coperto letteralmente tutte le strade della frazione e dove si sono concentrati gli sforzi dei soccorritori che hanno salvato, tra l’altro, una signora imprigionata nella sua auto trascinata dalla violenza delle acque e miracolosamente incastratasi su un guard rail che ne ha fermato la corsa.
Sempre a Villagreca, l’esondamento delle acque ha attraversato la SS 131 coprendola di fango e bloccandone il traffico dalle prime ore del mattino, facendo intervenire Polizia Stradale e Vigili del Fuoco che con l’aiuto di volontari e Protezione Civile hanno iniziato l’opera di ripulitura della strada dal fango. Sino alle ore 13 il transito sulla SS131 risultava limitato per i lavori di sgombero.
Ma il panorama più triste si presentava nelle campagne adiacenti al paese, soprattutto quelle dal lato di Serramanna: una palude.
Ettari ed ettari di campi sommersi dall’acqua, piantagioni andate distrutte dall’acqua che, superati gli argini dei canali di contenimento, ha esondato invadendo strade vicinali e sommergendo tutto al suo passaggio.
Insieme ad alcuni amministratori del comune di Nuraminis abbiamo effettuato una ricognizione nelle campagne dalle 10.30 del mattino sino all’ora di pranzo e, nonostante le acque si fossero già ritirate da qualche ora, lo spettacolo non è stato dei migliori: campi ridotti a paludi, piantagioni e vigneti letteralmente allagati, campi di carciofi distrutti dall’opera combinata dell’esondamento e dalla grandine, capi di allevamento morti annegati, fango dappertutto.
Una cosa che ho potuto notare (e filmare) è stato il discutibile stato in cui si trovavano i canali di scolo e di tenuta acque: fondo non dragato, crescita di canne dappertutto, cespugli. Il perfetto manuale di come non si devono tenere i canali di scolo e di contenimento delle acque.
Difatti, il proliferare dei canneti dentro i canali ha fatto si che l’acqua, trovando una notevole resistenza nel passaggio in questi canali, ha cercato altre strade allagando tutto; con tutta probabilità se si fossero tenuti sgombri i canali si sarebbero potuti minimizzare i danni e non si sarebbe andato incontro a questo disastro che mette in ginocchio la già asfittica e poco remunerativa attività agricola della zona.
La conta dei danni è in corso mentre tutti gli amministratori sono in giro nelle zone colpite per rendersi conto della gravità dei danni, coordinare gli interventi che ancora sono in corso e verificare la tenuta degli interventi effettuati in questa convulsa mattinata.
Secondo alcune valutazioni, nel caso si ripetesse un temporale quale quello di stanotte, il bilancio dei danni salirebbe a dismisura poichè le (scarse) capacità di assorbimento dell’acqua da parte dei campi circondario sono attualmente al livello di saturazione.
Ciò comporta alcune riflessioni su quanto si sia fatto sino ad oggi nel settore idrogeologico in Sardegna. luogo in cui, tra quartieri costruiti su vecchi letti di fiumi e canali in cui si lasciano crescere liberamente piantagioni di canneti o ci si dimentica di dragare il fondo, ci si ritrova, dopo un temporale serio ad ammirare lo scenario di immense paludi, abitazioni invase dal fango, persone salvate per miracolo dalla furia di acqua e fango. Subito dopo si versano fiumi di inchiostro sull’argomento, si chiedono a gran voce commissioni di inchiesta, commissari straordinari, risarcimenti, progetti nuovi ed interventi celeri e poi, dopo qualche mese, nessuno ne parla più.
Sino all’alluvione prossima ventura.
(Giorgio Ghiglieri da iSardi.net)
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